La nostra storia

Quadro storico carità cristiana

La Confraternita della Misericordia del Galluzzo nacque il 7 Agosto 1933. Sorse per opera del primo Provveditore e Correttore don Pietro Puliti e di pochi uomini di fede (Adolfo Bartalesi, Antonio Bottai, Alfredo Ciulli, Cesare Galli, Ugo Rigacci, Osmano Marinai e Giuliano Vannini) che non misurarono le difficoltà da superare con la bilancia del farmacista. L’amato Priore era oriundo di Pontassieve, dove, fin dall’800 operava la Misericordia locale e quindi conosceva molto bene questa realtà.
Arrivando al Galluzzo, la preoccupazione principale di don Puliti fu quella di adeguare la Parrocchia alle esigenze di una evangelizzazione che passasse dalle antiche tradizioni all’annuncio attraverso la carità. L’estrema povertà del Galluzzo, le idee contrarie alla Chiesa, la mancanza di strutture di assistenza e di soccorso, esigevano una risposta adeguata. Solo i valori testimoniati attraverso le opere di misericordia avrebbero dato giovamento a tutta la comunità. All’inizio Don Puliti non aveva le idee molto chiare sull’organizzazione e sul lavoro da svolgere ma poi la Provvidenza ha fatto il resto.
All’inizio non aveva grandi pretese. Nasceva dalla trasformazione della Compagnia del SS. Sacramento, che già esisteva in Parrocchia con l’intento di accompagnare le spoglie mortali dei parrocchiani alla chiesa per l’assoluzione. E poiché la nascente confraternita non poteva accontentarsi solo di quell’opera di misericordia, volle dare subito atto della sua vitalità rivolgendo la sua prima attività verso i poveri. In occasione della Giornata della Misericordia, che cade nella festività di S. Lucia patrona della Confraternita, fu istituita la distribuzione dei buoni-pane. Ben poca cosa questa, si potrebbe dire; e forse è vero. Ma intanto si affermava un principio, si compivano i primi passi brevi ma fiduciosi, si protendeva la mano verso l’altrui bisogno.
Con il passare dei primi mesi furono fatti nuovi soci confratelli e consorelle e si cominciò a sentire la necessità di procurarsi una sede sociale. Fino allora, infatti, la Confraternita era stata ospite nei locali improvvisati della Parrocchia. Nello stesso tempo, si avvertiva l’esigenza, forse la più impellente, di avere a disposizione un automezzo, pur modesto che fosse, così da poter trasportare convenientemente le salme al cimitero. Non passarono due anni e queste aspirazioni poterono essere attuate.
Nel 1935 avvenne l’inaugurazione della prima modesta sede sociale e del Carro Funebre. Raggiunta questa tappa e col passare dei primi anni, l’esigenza di un’organizzazione più efficiente e sempre più protesa ai bisogni del prossimo, stava per sfociare nella realizzazione di progetti arditi a lungo cullati nella fantasia dei dirigenti. Ma ahimè! Il sopraggiungere degli eventi bellici, non solo soffocò l’ardore di chi era proteso a realizzare mete più ambite, ma travolse e distrusse ciò che era stato fatto: Carro Funebre, paramenti funebri, archivio ed attrezzature varie. Solo una cosa si salvò e non poteva essere soffocata: l’amore per la pratica alla carità che vivificava il cuore dei fondatori.
Era tutto da rifare. Ma lo sgomento fu temporaneo e, appena passate le milizie, con spirito di sacrificio ancora maggiore, fidando sempre più nella Divina Provvidenza, sorretta dall’infaticabile Don Puliti, questa Confraternita si rimise in cammino. La migliorata situazione economica della popolazione del Galluzzo permise contribuzioni sempre più abbondanti e, in breve tempo, si ricostruì ciò che era andato perduto e qualcosa di più. Infatti il 29 Settembre 1946 S.E. il Cardinale Arcivescovo Elia Della Costa benedì in piazza Acciaioli una nuova sede ed un’autoambulanza per il trasporto degli ammalati. Quest’ultima non era tanto comoda; si trattava di un residuato di guerra donato da un’ Associazione Italo-Americana; il Carro Funebre, intanto, fu rimesso alla meglio efficienza.
I due anni successivi furono anni di intenso lavoro e questa Confraternita fu in grado di gareggiare con altre consorelle maggiori, nei servizi più pericolosi, di notte e di giorno. Fu altresì possibile mettere in funzione un piccolo Poliambulatorio e non fu trascurata neppure la parte ricreativa, costruendo un proprio complesso bandistico che, sotto la guida del maestro Cellini, fu assai apprezzato. Per attirare maggiormente i giovani, forze vive e indispensabili per il buon andamento dei servizi, fu inoltre istituita una squadra ciclistica che si distinse in varie occasioni e che poi, si trasformò in motociclistica.
Ma di lì a poco, un’altra nube venne ad addensarsi sulla Confraternita. L’ambulanza, pure vecchia e logora per i servizi svolti, ma sempre utile, s’incendiò in un banale incidente, rimanendo inutilizzabile. Era il 5 Dicembre 1948; una data piena di tristezza. Ma l’Associazione reagì anche a questa avversità facendo di nuovo appello alla popolazione che anche in tale occasione mostrò in pieno la sua generosità; così fu possibile l’acquisto di una nuova autoambulanza che, dopo appena un mese, e cioè il 9 Gennaio 1949, poté entrare in servizio.
L’anno 1950, doveva riservare al Sodalizio e a tutto il popolo del Galluzzo un triste evento. Decedeva infatti l’inestimabile animatore e fondatore Don Pietro Puliti, fonte di fede, ispiratore verso la più genuina carità cristiana, sostegno valido nelle lotte contro le avversità.
Pur con questa dolorosa perdita l’Opera non ebbe un attimo di rallentamento. L’anno precedente, intanto, per un complesso di ragioni, era subentrato alla carica di Provveditore il Cav. Giuliano Vannini, che aveva ereditato tutte le qualità caritatevoli ed organizzative proprie del compianto predecessore. Nel frattempo e proprio in quell’anno, prima che avvenisse quel grave lutto, era accaduto un grande avvenimento. Forte dell’incoraggiamento della popolazione, che non era solo morale ma anche finanziario, la Confraternita servì sempre meglio la propria ampia zona di azione che si estese fino alla vecchia cinta daziaria di Firenze (Due Strade) e, sulla via Cassia, fino al Ponte degli Scopeti. L’aumentato numero degli incidenti stradali e la popolazione eccezionalmente accresciuta, provocarono un maggiore onere di servizi da espletare e da garantire e, per far ciò, occorreva un’altra ambulanza ed un garage più spazioso.
Nel frattempo la sede era diventata assai angusta, dato l’aumento dei confratelli e consorelle che la frequentavano per espletare le proprie mansioni. Si avvertiva anche la non meno importante necessità di sistemare l’ambulatorio che, in seguito allo sfratto, era stato ospitato generosamente in una saletta messa a disposizione dal Parroco Don Armando Casini. S’imponeva una sede sociale funzionale che avesse locali sufficientemente decorosi ed ampi da contenere tutti i reparti.
Pertanto il “Corpo generale di Guardia” fu posto nella necessità di prendere una decisione che, se la si osserva in relazione alle limitate possibilità dell’associazione, non può che definirsi rischiosa: costruirsi una propria sede, adeguata alle esigenze. E’ da immaginarsi quante discussioni sollevò questa proposta e quanti timori provocò nei più parchi, che non mancarono di osteggiarla. D’altronde, si trattava di assumere degli impegni così gravosi che, se non prontamente soddisfatti, avrebbero potuto portare ad un dissesto finanziario tale da compromettere tutto il passato.
Ma solo la volontà e la provata fede nella Provvidenza di pochi fondatori che accarezzavano la concretizzazione di quei progetti fino dall’ormai lontano 1933, poterono mettere a disposizione della Misericordia un terreno fabbricativo nel centro del paese. Il dado era tratto! E’ così l’anno 1950 si chiudeva compensando le gioie con i dolori.
Il 1951 e parte del 1952 furono spesi a realizzare l’altra necessità: l’ambulanza, di cui sempre più si sentiva il bisogno per soddisfare le esigenze, in continua ascesa, in considerazione delle sciagure stradali sempre maggiori. Anche questa meta fu raggiunta e il 9 Ottobre, con la benedizione di S.E. il Vescovo di Volterra, l’autoambulanza entrò in servizio.
Gli anni successivi, fino al 1956, furono di preparazione per ulteriori balzi in avanti. Si trattava, oltretutto, di dare un contenuto nuovo all’attività, richiesto dalle mutate condizioni di vita della popolazione. I poveri erano sempre minori, ma non per questo si poteva concedersi attimi di riposo. Il parco delle autoambulanze doveva e deve essere continuamente rinnovato, c’era il problema di una degna sistemazione dei poveri defunti nel cimitero locale e quello di un ammodernamento dell’Ambulatorio. Per i progetti della sede e per ottenere i permessi di costruzione occorse molto tempo e soprattutto occorreva riprendere fiato, come suol dirsi. Nonostante questo, le opere di bene non furono al di sotto degli anni precedenti. Il 1956 arrivò finalmente e le prime picconate per le fondamenta furono date dai propri confratelli, i quali, a turno, nelle ore festive, le portarono a termine. Indescrivibile la gioia e l’impazienza nel vedere sorgere ciò che da tempo era tanto desiderato. Ma per vederne il completamento occorsero ancora ben due anni. L’inaugurazione ebbe luogo il 22 Giugno 1958 in forma solenne, alla presenza di tutte le Consorelle della Toscana e di tutte le autorità cittadine. S.E. il cardinale Arcivescovo di Firenze benedì i locali. La realizzazione di quest’opera oltrepassò l’aspettativa di tutti i cittadini che ne furono assai orgogliosi. Fu il trionfo della fede nella Provvidenza, una grande ricompensa a tante angustie e a tanti sacrifici.
I locali, ben progettati dall’Ing. Giulio Antoni e dal Geom. Bussotti, e la loro esecuzione accurata, trovarono piena soddisfazione di tutti gli associati e si poté affermare che la sede era veramente funzionale. Essa comprendeva: una bella sala del Consiglio con l’annessa segreteria, la sala ben spaziosa della Compagnia con annesso dormitorio per i confratelli nottanti e un gran garage che può ospitare almeno 4 automezzi. Nel mezzo dell’area fabbricativa, ancora non del tutto utilizzata, sorge una cappella; un piccolo tempio dedicato alla Madonna MATER MISERICODIAE nella quale i confratelli e le consorelle possono ricevere la Grazia per fortificarsi sempre di più nel fare opere di Misericordia. Al piano superiore aveva trovato degna sede l’Ambulatorio composto momentaneamente da 4 salette più quella di attesa. Insomma un’opera imponente per i limitati mezzi a disposizione.
Il costo della costruzione era davvero rilevante e per ammortizzarlo si poteva contare, quasi esclusivamente, sulla generosità altrui. Un contributo, di per sé tutt’altro che modesto, ma certo piccolo in confronto alla spesa totale, venne concesso dalla Confederazione delle Misericordie. In questo aiuto ebbe gran parte il Comm. Crema, allora Presidente e capo-guardia ad honorem di questa Confraternita, scomparso tragicamente in una sua missione di pietà. I pensieri e le preoccupazioni per gli impegni assunti furono assillanti per diversi anni. Ma ciò non importava: la fede nella Provvidenza era grande!
La solidarietà si manifestò subito riempiendo il cuore di gioia e soddisfazione di tutti i dirigenti; la famiglia stava crescendo vertiginosamente e le iscrizioni si susseguivano alle iscrizioni; la fine del 1958 registrò per la Confraternita, ben 1600 unità. Una cifra questa che fa meditare, se si considerano le famiglie residenti nella propria zona di azione, ma tutto ciò non bastava. Raggiunta la grande meta, questa poteva essere anche un’occasione per adagiarsi a contemplare il già fatto facendosi prendere da una specie di pigrizia. Mentre da una parte le preoccupazioni economiche si facevano sentire, dall’altra vi era l’assillo di dover sostituire i vecchi mezzi di trasporto che andavano logorandosi sempre più. Occorreva, in particolare, sostituire la più vecchia autoambulanza. Ma anche questo grosso onere, in quanto fu deciso di acquistare un tipo confortevole di recente fabbricazione, fu sostenuto con impagabile slancio da tutta la popolazione.
Nel frattempo altre energie furono dedicate ai problemi interni del Sodalizio e fu studiato il modo di sistemare nel cimitero di S. Lucia i propri defunti iscritti, onde poter dare loro una definitiva sepoltura. Tanto che, la Confraternita da parte sua poté avere nel cimitero stesso una Cappella a testimonianza della sua opera nel curare le spoglie dei fratelli defunti. Anche di questa opera c’è una storia tutta a sé. In realtà fu possibile, dopo non pochi sforzi, riuscire ad ottenere dal Comune di Firenze, una vecchia costruzione che a suo tempo doveva servire da Cappella ma che, non ultimata, era diventata un rudere.
Le spese per la sua riattivazione furono assai elevate. Non si può, poi, non soffermarsi sul potenziamento dato all’ambulatorio, sia nell’attrezzatura che nelle prestazioni specialistiche che sono ormai di prim’ordine e risultano assai apprezzate.
Siamo nel 1964 e gli iscritti alla Confraternita sono saliti ad oltre 2100: cifra che viene a confermare sempre di più la vitalità dell’associazione. Nel frattempo, sul finire del 1964 e l’inizio del 1965 gli Organi direttivi dell’Istituzione, avvertendo per tempo le necessità della popolazione, avevano provveduto alla costituzione in seno alla Misericordia di un “Gruppo di Sangue Fratres”, che dal 30 Aprile 1966 contava venti donatori (eravamo agli inizi, i donatori erano veri pionieri). Intanto il 2 ottobre 1966, con una semplice cerimonia svoltasi nell’ambito della Misericordia, veniva benedetta una piccola autoambulanza, particolarmente destinata ai servizi notturni. Si giunge così al tragico 4 Novembre 1966 (il giorno che i posteri hanno chiamato della lunga linea nera). Che triste risveglio quella mattina. Nessuno la sera avanti avrebbe mai pensato quale dramma si stesse addensando sopra al paese e sopra a Firenze. Già dal primo mattino scompariva tragicamente travolto dalla furia delle acque, nell’adempimento del proprio dovere in servizio all’acquedotto dell’Anconella, anche il confratello Carlo Maggiorelli, giornante della domenica. Dalle 7 del mattino tutto il Galluzzo fu in agitazione.
L'acqua in alcuni punti era oltre il metro e continuava a salire. La massima altezza si ebbe dopo le ore 12.30 con 2.20 metri. Ricoprì la zona da via del Borghetto alla Gora; dall’incrocio di Via Senese con Via Cremani fino al ponte della Greve, tutta via Gianfigliazzi ove si ebbero le punte più alte. Invaso dalle acque fu pure lo sdrucciolo di via Senese, la Buca di Certosa, parte della zona dei Bottai. La via Volterrana era un fiume vorticoso, la piazza Acciaioli un lago, il paese diviso in zone, l’una ignara di quanto accadesse all’altra; le cabine telefoniche ed i telefoni saltarono, lo stesso dicasi delle condutture elettriche. Colpi d’arma da fuoco si percuotevano nell’aria, sparati da persone che cercavano di attirare l’attenzione chiedendo aiuto, essendo completamente isolate. Che tragedia fu questa calamità per tutte le famiglie, le quali persero quanto avevano di più caro. Al mattino del giorno dopo la fisionomia del paese era triste, la gente guardava inebetita.
A mezzogiorno, senza preavviso né intese precedenti, presso la Misericordia, il prof. Tognetti, il Provveditore Vannini, i Signori Deo Dei, Mario Pinzauti, il Priore Don Casini, il Maresciallo Costantino ed altri, guardandosi dissero: “Cosa facciamo? Inutile attendere aiuti da Firenze, più disastrata di noi; occorre fare qualcosa subito e da noi!”.
Nel pomeriggio una macchina faceva un appello ai cittadini validi per riunirsi presso la Misericordia e di porsi a disposizione per il bene della popolazione. Occorreva soprattutto ripulire il paese, provvedere acqua, viveri e medicinali. Sorse così un “Comitato di Solidarietà”. Il Comitato si costituì spontaneamente, senza discussioni, formato da rappresentanti di tutte le organizzazioni del paese e da volenterosi cittadini, sorto senza secondi fini, solo per quel senso di umanità e di carità che nel momento del dolore e della prova ci fece sentire veramente fratelli. Fu questa iniziativa a risollevare il paese. Difficilmente la Misericordia poté scrivere una pagina di storia più bella di quella del Novembre 1966!
La sede della Misericordia fu veramente la casa di tutti, la casa della carità. Per un mese intero il Comitato distribuì viveri, medicinali, vestiario ed altro a quanti indistintamente risultavano colpiti dalla tragedia. Furono assistite in tutta la zona di servizio circa 400 famiglie. Il Comitato di Solidarietà fu composto dai rappresentanti delle Parrocchie di San Felice a Ema e del Galluzzo, del Circolo Everest e della Casa del Popolo, dall’Associazione Cattolica e dalla S. Vincenzo de’ Paoli, dall’U.D.I. nonché dai rappresentanti dei partiti politici locali, D.C., P.C.I., P.S.I. ed infine da cittadini indipendenti, e volse la sua opera fino ai primi di Dicembre. La notte di Natale (cinquanta giorni dopo l’alluvione), il padre di tutti, il papa Paolo VI, di ritorno dalla città di Firenze, passò dal Galluzzo alle due di notte.La popolazione ricevette la sua benedizione mentre le campane suonavano a festa (una lapide sulla facciata della sede ricorda ai posteri l’avvenimento).
Dopo tale tragedia il paese riprende con lena la sua vita quotidiana e la Misericordia, adeguandosi alle necessità del tempo, dopo aver adottato un nuovo statuto in conformità delle norme di legge, con atto notarile del 7 Ottobre 1963, si regolarizzava da “società di persone” in regolare “associazione con personalità giuridica privata” inoltrando alle competenti autorità la relativa pratica. Alla fine del 1970 la Misericordia, secondo le necessità del “gruppo Donatori di Sangue”, trasforma la vecchia autoambulanza chiamata “canarona” in “autoemoteca” per effettuare i prelievi in tutto il perimetro di servizio. Con tale realizzazione il gruppo riceve un fortissimo impulso e tanti cittadini vengono ad aumentare il numero dei donatori, permettendo al gruppo di soddisfare pienamente la necessità della zona nella richiesta di flaconi di sangue.
Nel 1972 il Magistrato delibera di provvedere all’installazione dell’impianto di riscaldamento nella sede, il rifacimento delle facciate, nonché la costruzione di un locale da adibirsi a sacrestia. L’anno successivo subentrò alla carica di Provveditore il Sig. Alvaro Chiti, sostituendo il Cav. Giuliano Vannini in carica dal 1949, ricevendo una Istituzione perfettamente funzionante, con un alto livello ed un grande prestigio da essa raggiunto in quarant’anni dalla sua fondazione.
In occasione della Festa patronale del 15 Dicembre 1973 (40° dalla fondazione) viene inaugurata una nuova autoambulanza e l’installazione dell’impianto di “radio-telefono” indispensabile per coordinare i servizi. Nel 1974 la Misericordia festeggia il primo decennale del proprio gruppo Fratres. A questa data erano stati raccolti circa 1400 flaconi di sangue ed il gruppo aveva raggiunto un organico di circa 170 donatori.
Intanto gli iscritti alla Misericordia raggiungono la bella cifra di 2600, segno questo che l’Istituzione è forte, vitale e sentita dalla cittadinanza. Nel 1976 la Misericordia, dopo aver ampliato sensibilmente i locali ambulatoriali, usufruendo di uno dei due quartieri, vede l’istituzione di nuove specializzazioni; inaugura anche il proprio “Centro fisso di prelievo del sangue”, uno dei pochi della Toscana e secondo in Provincia di Firenze, dotato di tutti gli impianti occorrenti. In  questi anni si vede anche l’adozione – per i servizi di ambulanza – in sostituzione della “cappa nera” (che rimane per tutti gli altri servizi), del camice bianco, nonché l’acquisto di una piccola autovettura per poter effettuare il servizio di “iniezioni a domicilio” totalmente gratuito, grazie all’Istituto delle Suore Stimmatine che pone a disposizione due sorelle infermiere patentate. Nel 1977 in aderenza alle necessità dei cittadini, viene costituito nel proprio ambulatorio il servizio “prelievo per analisi”. Viene altresì costituito in seno all’Istituzione il “Gruppo Donatori di Organi” aderenti all’AIDO. Intanto alla fine del 1977 gli iscritti sono saliti a 2865; quelli del gruppo Donatori Sangue a 231 con 470 flaconi prelevati nell’anno.
S.E. il Cardinale Giovanni Benelli in gradita visita alla sede l’11 Dicembre 1977 benedice una nuova ambulanza; in tale occasione in Certosa, la Misericordia “premia” i suoi soci attivi più meritevoli particolarmente distintisi nel decennio 1967-77. L’anno successivo una nuova iniziativa viene a dare energie per lo svolgimento dei servizi di carità. Le Consorelle attive vengono autorizzate all’espletamento dei servizi di autoambulanza. Oggi si può dire che l’iniziativa è stata una delle più felici. Le Consorelle nello svolgimento dei servizi vi apportano con la passione anche un forte calore umano e materno indispensabile per chi soffre. Ma le iniziative della Misericordia devono essere sempre in continuo aumento per seguire i tempi e le necessità.
Pertanto viene costituito all’interno della Misericordia il “Gruppo di Assistenza Domiciliare” per i malati, gli anziani che vivono soli e per chiunque non sia autosufficiente. Ne è stato animatore e primo presidente il Correttore Mon. Armando Casini. Un servizio permanente prezioso, di cui si avvertiva la mancanza. All’epoca ben 166 persone vivevano sole al Galluzzo.
Intanto l’atto di regolarizzazione del 1968 vuoi perché lo Statuto era stato superato dai tempi persi nelle lungaggini ministeriali, vuoi per il passaggio dei poteri del “riconoscimento giuridico” delegato dal Ministero alla Regione, richiedeva l’attuazione di un testo di Statuto aggiornato, il quale, predisposto dal Corpo Generale di Compagnia, veniva approvato dall’assemblea straordinaria dei soci nell’adunanza del 18/05/1979. Successivamente la pratica veniva inviata alla Regione Toscana, la quale, con decreto del suo Presidente del 07/12/1979 n.773 conferiva alla Misericordia la “personalità giuridica privata” ai sensi di legge. Con questo atto la Misericordia sul piano giuridico si pone in grado di accettare eredità e lasciti, si assicura la sua legale esistenza ed il patrimonio mobiliare ed immobiliare, l’esenzione da alcune imposte fiscali e, sul piano operativo, la facoltà di esplicitare la sua attività nel rispetto delle leggi in materia. Alla fine di quest’anno gli iscritti sono ulteriormente saliti a 3034. Il Sig. Chiti Alvaro rassegna le dimissioni ed il Consiglio di Amministrazione in data 11/06/1980 chiama a succedergli il Sig. Mario Dei. Il 14 dicembre successivo, in occasione della festa Patronale viene inaugurata un’autoambulanza.
Nel 1981 si ha l’inizio dei servizi di carità “Day Hospital” e con l’inizio del 1982 l’inizio dei servizi di guardia medica diurna con l’acquisto di due nuovi automezzi occorrenti per i medesimi. Nel biennio 1981/1982 viene ad evidenziarsi lo sforzo della Misericordia nell’istituzione di un proprio ambulatorio medico su Tavarnuzze. Il nuovo Consiglio di Amministrazione nell’adunanza dell’11 maggio 1982 procede alla nomina del nuovo Provveditore (il 5° dalla fondazione) nella persona del sig. Donato Bianchini. Sul finire dell’anno, dopo tante lungaggini burocratiche, si riesce ad ottenere dalle competenti Autorità la Concessione per la realizzazione, sul terreno della Misericordia in Via Volterrana, di un edificio da adibirsi ad attività socio-sanitarie.
Al 31 Dicembre 1983 il numero dei donatori del gruppo Fratres arriva a 297, il gruppo GAD a 54 e l’AIDO a 148. Intanto cominciano i lavori per la costruzione della nuova ala della sede; al 1° Aprile l’edificio è ormai alla copertura, ma una grave calamità colpisce l’Italia: un terremoto in Abruzzo richiede la solidarietà e l’impegno di uomini di buona volontà e la Misericordia del Galluzzo si impegna con onore in quel di Pescasseroli, guadagnandosi il plauso delle autorità, ma quel che più conta, il riconoscimento della popolazione.
Con l’estate dell’84 la Misericordia dà inizio ad una nuova attività che continua con soddisfazione negli anni: i corsi di preparazione al parto.
Ad Agosto il rustico e la copertura della nuova ala sono completati e per il naturale avvicendamento dei mezzi, va in pensione l’autoambulanza n.3 carrozzata Fiat 238 che dal 1973 ha percorso oltre 170.000 km.
Come è tradizione di tutte le organizzazioni che si basano sul volontariato, anche la Misericordia per la realizzazione dei propri progetti, fa conto sull’entusiasmo, la disponibilità, il cuore dei propri iscritti, basta avere il coraggio di chiedere e ti verrà dato e il Consiglio lancia un appello per risparmiare sui lavori di finitura della nuova sede. C’è bisogno di muratori, idraulici, elettricisti ma anche semplicemente di buone braccia.
Insieme a questa ricerca di braccia, viene lanciata una sottoscrizione straordinaria nel mese di Dicembre del 1984, sempre per il completamento della nuova ala ambulatoriale. Si va avanti a piccoli passi, con la lentezza di chi non ha grandi mezzi, ma sono passi continui di chi ha a cuore un progetto e lo insegue con tenacia, senza dimenticare di portare avanti le attività ordinarie; siamo infatti alla fine dell’84 con 298 donatori, il Gad ha raggiunto 56 iscritti e l’AIDO 168.
Si apre il nuovo anno con centinaia di offerte, frutto della sottoscrizione straordinaria, con i lavori che durante i sabati vedono impegnati decine di confratelli, nelle diverse stanze della nuova sede e questo non può che rallegrare il nuovo Provveditore Mauro Fantechi che nel maggio di quell’anno si insedia alla guida della Misericordia.
Il 28 Settembre del 1986, dopo tre anni di lavoro, si arriva all’inaugurazione della nuova ala della sede. La presenza a questo evento del Cardinale Piovanelli e dell’Assessore del Comune di Firenze Giuliano Sottani, dimostra come l’opera della nostra Istituzione sia apprezzata dalla città intera. La realizzazione della nuova struttura del resto, si fa apprezzare particolarmente per il nuovo Centro di Fisioterapia - Terapia del dolore e Medicina Riabilitativa – che oltre ai presidi di fisioterapia tradizionale vede in aggiunta attrezzature particolari come la magnetoterapia, il laser, un’ampia palestra etc…
Nell’ambito dei servizi di collaborazione con le altre Misericordie nel luglio e agosto del 1987 la nostra Istituzione venne chiamata a collaborare con la Misericordia di San Vincenzo, con una propria ambulanza in un tratto autostradale particolarmente pericoloso e carico di incidenti: “la strada della Principessa” Alla fine di quest’anno assieme all’acquisto di una FIAT Panda messa a disposizione del servizio della Guardia Medica, la Misericordia ha la possibilità di inaugurare il servizio CEMM (Coordinamento Emergenza Medica Misericordie), da altri più conosciuto come 118, con un’autoambulanza attrezzata per la terapia immediata, l’elettrocardiografo, il defibrillatore, il set per la rianimazione cardiopolmonare, materiale di primo aiuto per traumatizzati, ma soprattutto la presenza di un medico esperto in pratiche cardiologiche e respiratorie coadiuvato da volontari capaci e preparati. Il servizio in un primo momento viene svolto per 12 ore, dalle 8 alle 20, ma è sicuramente un grosso passo avanti. Il 14 Maggio 1988 muore il Correttore, Don Armando Casini, lasciando al suo sostituto Don Serafino Ceri l’eredità di un impegno accorato. Negli anni seguenti continua l’ammodernamento del parco macchine; con il contributo della Cassa di Risparmio di Firenze e della popolazione viene acquistata nel Dicembre 1989 la 14: una Fiat Ducato adibita al servizio CEMM, nel Novembre 1991 sostituita la Panda della Guardia Medica. Per il triennio 1991-93 viene chiamato a prestare la sua opera come Provveditore il confratello Donato Bianchini che impegna la nostra Istituzione nella costruzione dei nuovi ambulatori di Tavarnuzze. Un’altra grave perdita per la nostra Istituzione avviene nell’estate del 1993; ci lascia dopo solo cinque anni dal suo arrivo, Don Serafino.
Come si è più volte detto, la natura stessa della nostra organizzazione non ci consente di fare tutto in fretta, si procede a piccoli passi, ma con tenacia e costanza e così dopo tanta attesa, nel Gennaio del 1994, anche l’ambulatorio di Tavarnuzze viene inaugurato, con piena soddisfazione della cittadinanza di quel territorio. Nel 1995 si celebra il trentennale del gruppo Fratres che in tutto questo periodo ha raccolto con 11.050 donazioni, circa 3.900 kg di sangue e per questo è un vanto per il centro fisso di raccolta della nostra Misericordia, ma soprattutto un aiuto completo a tutti quegli ospedali che abbondano di richieste a causa delle scarse scorte di cui il sistema nazionale di raccolta versa.
Il Gruppo Fratres ha celebrato l’avvenimento con una cerimonia nella pinacoteca della Certosa, con la consegna di benemerenze speciali e medaglie ai donatori più fedeli.
Ormai è cronaca, non più storia della nostra Confraternita, i ricordi sono vivi nella memoria di tutti e allora serve solo ricordare qualche avvenimento particolare, come l’arrivo nel gennaio del 1997 dell’attuale Correttore Don Giancarlo Lanforti. Il costante apprezzamento che la Misericordia riscuote nella popolazione, nelle Istituzioni e tra le autorità è evidente e viene manifestato costantemente dalle molte donazioni di cui la nostra Confraternita viene fatta oggetto; nell’Ottobre 1997 viene addirittura fatta un’Assemblea generale per l’accettazione di una donazione per l’acquisto di un appartamento, con l’inaugurazione del Dicembre dello stesso anno di 2 nuovi automezzi, alla cui cerimonia partecipa il Sindaco di Firenze Mario Primicerio.
La solidarietà continua ad essere la Stella Cometa della nostra Istituzione; prende avvio anche al Galluzzo l’organizzazione della raccolta di generi alimentari per la distribuzione alle famiglie più bisognose, la “Giornata Nazionale del Banco Alimentare”.
Si aderisce al Consorzio Coordinamento Operativo di Soccorso. Il Consorzio è una centrale operativa creata dalle Misericordie ed allargata anche alle Pubbliche Assistenze per la gestione dei servizi ordinari di colore bianco che non vengono gestiti dal 118 perché non rivestono carattere d’urgenza o di emergenza. Questo coordinamento consente una migliore gestione e distribuzione dei mezzi e dei servizi presenti sul territorio a tutto vantaggio degli utenti.
Nel 1998 alcuni volontari del GAD, costituiscono il gruppo UNITALSI del Galluzzo; l’adesione all’Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali è una naturale estensione delle attività d’assistenza, curando e aiutando sia economicamente che materialmente i disabili durante i viaggi, le permanenze, sia nelle visite nei luoghi religiosi, sia alla partecipazione di iniziative festose come partite di calcio o altre iniziative sportive in cui malati e assistiti sperimentano l’intima comunione spirituale.
Come ultimo avvenimento d’attualità di questo lungo racconto che è la nostra storia vogliamo ricordare l’apertura nell’ambulatorio del Galluzzo dello Spazio-Famiglia, una nuova attività di mediazione familiare e consulenza psicologica che crediamo sia un servizio utile a prevenire e aiutare nuove forme di sofferenza, che nella nostra società si fanno sempre più evidenti.
Questo racconto può apparire una fredda cronaca di avvenimenti; non è infatti la storia viva della Misericordia del Galluzzo. Questa infatti è fatta da uomini e donne che hanno vissuto e vivono il Volontariato come dono di sé verso gli altri e questa è la bellezza che salverà il mondo.

(tratto da “La Confraternita della Misericordia del Galluzzo e la sua storia”)